Il feticcio, l’auto-induzione, lo stigma, il gioco di ruolo.diPeter-R. KoenigEstratto ridotto e tradotto di una sezione di “Der O.T.O.-Phänomen RELOAD”. [1][Foto a destra: Robert Deumié proprietario del Café Thélème a Montréal, nominato presidente della società registrata O.T.O., Inc., e ‘rappresentante personale del Califfo’ in Canada dopo l’elezione di William Breeze a Califfo. Deumié fu espulso dal Califfato per aver presumibilmente rivelato alcuni marchi e rituali segreti dell’Ordine in un film in lingua francese mostrato in televisione nel Québec nel 1990.] |
Il feticcio.Il feticcio è un oggetto caricato magicamente o anche un’astrazione che potrebbe rappresentare qualsiasi cosa. Serve come via di accesso al sublime, un modo di esperire un incantesimo nel proprio intimo. Il feticcio, proprio perché sopravanza il singolo individuo, non ha alcuna qualità di per sé, ma rimanda ad un definito scenario che deve essere frequentato regolarmente e ripetutamente. Se questo non accade, il feticcio si svuota. È pure un mezzo per preservare una condotta sessuale promiscua. Nel contesto del quale ci stiamo occupando, il soddisfacimento degli stimoli sessuali viene sottoposto ad un cambio di funzione: è al servizio dell’illuminazione religiosa. |
Anche Aleister Crowley, il fondatore di una religione, e lo stesso O.T.O., si sono trasformati per molte persone in feticci.
Il fedelissimo di Crowley, Grady Louis McMurtry, si conformava anche visivamente al look ‘Orientis’ dell’Ordo Templis Orientis, divenendo pure membro di un gruppo Sikh fondato da Siri Singh Sahib Harb Hajan Khalsa noto anche come Yogi Bhajan. Il Sikhismo è una religione monoteista che mantiene alcuni elementi Indù come la reincarnazione ed il karma, e rifiuta il sistema delle caste e il culto degli idoli. I Sikh possono essere riconosciuti dai loro turbanti e dai loro capelli e barbe che non vengono mai tagliati. La reputazione dei Sikh come guerrieri particolarmente coraggiosi risale al 17° secolo. Nel reclutamento dei soldati, l’esercito britannico prediligeva i Sikh e, nel corso della lotta dell’India per l’indipendenza, i Sikh combatterono in entrambi gli eserciti. Tutt’oggi i Sikh sono considerati la spina dorsale dell’esercito indiano. Nel 1984 Indira Gandhi fu assassinata dalle sue guardie del corpo Sikh per vendicare l’assalto al Tempio d’Oro di Amritsar, occupato dai fondamentalisti Sikh che aspiravano ad uno stato-nazione Sikh separato. Anche un’altra circostanza descrive lo stampo marziale della personalità di McMurtry: si offrì volontario nell’esercito partecipando alla seconda guerra mondiale in Corea del Nord ed in Europa. Peraltro, in un più tardo riferimento a una lettera di Crowley inviatagli in Belgio dove era di stanza nel 1944, McMurtry sottolineava: «io sono Califfo perché sono un soldato.» [2] Dal canto suo Crowley trovava gran diletto nelle tematiche arabe e musulmane: i suoi rituali scritti per l’O.T.O. sono popolati da figure che sembrano appena uscite da “Le mille e Una Notte”. Si mettono in scena grandi eventi cerimoniali, ammantati da un’atmosfera misteriosa frutto di un miscuglio di ingredienti. Tutto l’armamentario che la Massoneria fornisce da tempo immemorabile è impiegato per incantare i sensi. Strani emblemi, lunghi nastri e tonache nere svolazzanti tra atti solenni di iniziazione, il suono di misteriosi colpi, mentre si scandiscono attribuzioni e compiti il cui scopo rimane nascosto. A volte i neofiti dell’O.T.O. hanno gli occhi bendati. Verbosi atti di consacrazione, vapori dolciastri, nudo parziale, e una musica toccante, tutto concorre a insinuare nell’iniziando la conturbante idea che nell’O.T.O. ci si dia da fare con la magia sessuale. Turbanti, sipari e colonne fanno parte del repertorio; si assiste ad una orientalizzazione dell’Occidente, e a una degradazione dell’Oriente a identità culturale di second’ordine. [3] Durante altri rituali vengono sfoderate fruste e armi, approntati capi in pelle, strumenatario sessuale, e uniformi. Sono in possesso di un film di un rituale crowleyano, celebrato dal Califfato di New York. Qui si può notare del ‘corredo’ supplementare. Una donna in bikini danza in maniera oscena su una bara. Si apre. E da essa emerge nientemeno che un Gesù Cristo calzato e vestito. Tuttavia i rituali di iniziazione dell’O.T.O. non superano mai questo limite. Lo stesso vale per i rituali della Fraternitas Saturni. Al fine di mantenere de-sessualizzate le emozioni, la libido viene focalizzata sull’intero set, sui rituali. Da qui la particolare attenzione data ai rituali di iniziazione. Ancora una volta interviene lo stereotipo classico: l’O.T.O. è la madre, Crowley è il padre. I fedeli amano l’intero scenario (cioè i rituali) allo stesso modo in cui essi bramano una idealizzata relazione madre-bambino. Da qui i fortissimi sentimenti di spregio provenienti dal padre che è percepito come aggressivo (Crowley o i critici, a seconda del punto di vista): la minaccia della castrazione incombe. |
Occorrono cerchi magici affinché si manifestino Angeli o Demoni. Il mago sta in un cerchio e l’Angelo deve apparire in un altro. | “The Devil Rides Out” - Hammer Film Productions, 1967. Aleister Crowley fu il consulente tecnico di Dennis Wheatley per “The Devil Rides Out” nel 1934. Christopher Lee suggerì ai dirigenti della Hammer che il libro del suo amico Wheatley avrebbe fornito loro il materiale ideale. Richard Matheson scrisse la sceneggiatura, e infine il film di Terence Fisher risultò essere molto migliore del libro. |
I rituali.L’importanza dei rituali d’iniziazione non deve essere sottovalutata. Essi rappresentano l’amore materno (l’ordine è la madre, il leader è il padre) e, per loro difesa, si mette in campo l’artiglieria pesante. Ad esempio: non è ammesso che si mettano in vendita on-line su Amazon, Ebay, etc., libri di seconda mano che riportino questi rituali. In caso contrario partono subito minacce di azioni legali. “Fahrenheit 418.” [4] Ma questo rafforza il livello del feticismo, e di conseguenza il prezzo di quei libri sale.I seguenti punti fanno parte della dichiarazione di consenso che il Califfato richiede per l’ammissione ai rituali: «Prendo atto che si è cercato in ogni modo di ridurre al minimo i rischi esistenti relativi alla natura di alcune delle attività praticate, grazie all’uso di un’attrezzatura adeguata, in ambienti sicuri e di una corretta prassi di sicurezza. Ma capisco anche che questi rischi non possono essere eliminati completamente. Sono consapevole che partecipando alle cerimonie di iniziazione ed alle altre attività dell’Ordo Templi Orientis potrei incorrere in lesioni fisiche. A causa della natura di tali attività, queste lesioni potrebbero rivelarsi da insignificanti a fatali. Alcune specifiche lesioni personali non rare in questo genere di attività sono le seguenti: Arresto respiratorio; arresto cardiaco; ictus; danni alla colonna vertebrale e al collo (che potrebbero portare a paralisi); fratture ossee; tagli e lacerazioni; emorragia; danni agli occhi (che potrebbero portare a cecità); convulsioni; incoscienza; escoriazioni; svenimento; malore improvviso; crampi; mancanza di respiro; annegamento; contrattazione di malattie infettive. Inoltre, esiste un rischio di infortunio o malattia durante i trasferimenti da e per gli eventi. Sono anche consapevole che partecipando alle attività dell’Ordo Templi Orientis potrei incorrere in infortuni non fisici, compresi, ma non limitati a: danni emotivi, psicologici e sociali; danni o la perdita di beni e cose di proprietà. Prendo atto che l’elenco di cui sopra non è comprensivo di tutti gli incidenti che potrebbero verificarsi, bensì è solo teso a informarmi del tipo di rischi inerenti alla mia partecipazione alle attività dell’Ordo Templi Orientis, in modo che io possa volontariamente scegliere di parteciparvi o meno. Con la presente dichiaro che partecipo volontariamente a tutte o parte delle attività dell’Ordo Templi Orientis con piena coscienza dei rischi potenziali che esse presentano, tra cui rischi di danni fisici, emotivi, psicologici, sociali, danni a beni e cose di proprietà, morte, e dichiaro di accettare ogni e qualsiasi rischio di danno fisico, emotivo, psicologico, sociale, a beni e cose di proprietà, morte. Accetto di liberare e manlevare l’Ordo Templi Orientis, Ordo Templi Orientis U.S.A., e i loro operatori, volontari, funzionari, dipendenti e dirigenti, dalla responsabilità per danni fisici, emotivi, psicologici, sociali, danni alla proprietà, morte, derivanti dalla mia partecipazione alle attività dell’Ordo Templi Orientis. Accetto anche di mantenere la riservatezza per quanto riguarda lo svolgimento delle cerimonie di iniziazione religiose private dell’Ordo Templi Orientis e sui documenti ad esse relativi. Rilascio questa dichiarazione di esonero e indennizzo in cambio della possibilità di partecipare alle attività dell’Ordo Templi Orientis. Dichiaro in fede di aver letto l’accordo, dichiaro che esso mi è stato spiegato, e che rinuncio consapevolmente ai miei diritti legali che avrei altrimenti. Dichiaro di avere almeno diciotto (18) anni.» [5] Ai potenziali aspiranti al VI grado viene richiesto «di avvisare immediatamente se dovesse sussistere qualsiasi delle seguenti condizioni:
A questo punto si pone la questione della pericolosità dei rituali dell’O.T.O., rituali che sono innocui di per sé, come quelle piccole incisioni sulla pelle che si fanno pure i boy scout. Nel 2005 ne parlai con Bill Heidrick. Mi disse che se si verificasse una emergenza psicologica durante un’iniziazione, essa verrebbe bloccata immediatamente e ricercato subito un aiuto professionale. Gli parlai di ricordi di torture e abusi (flashbacks), che un’iniziazione potrebbe scatenare in individui provenienti da zone di guerra. Ed anche di fobie, vale a dire infondate ma costanti paure di particolari situazioni e cose in persone che soffrono di disturbo da stress post-traumatico, che rivivono cronicamente il momento stressante causato da una esperienza vissuta, e che in genere provoca un’implacabile paura. Egli fu evasivo quando chiesi se gli iniziatori fossero sufficientemente addestrati a notare un imminente rischio psicologico in chi stava per essere iniziato, o se fossero adeguatamente attrezzati per affrontare una situazione di emergenza durante i rituali. Mi disse solo che, dopo tutto, le emergenze sono «ovvie», e insistette per cambiare argomento. Qualche anno fa, in Germania, una donna iraniana fu iniziata nell’O.T.O. Il rito le richiamò alla memoria il fatto di esser stata torturata nel suo paese d’origine. [6] Forse il rituale era quello per il I grado, durante il quale, a simboleggiare la rinascita, si deve stare in acqua al buio. Il rito fu immediatamente interrotto. Storie simili sono raccontate da membri che hanno combattuto nelle guerre in Iraq o nelle regioni della ex Jugoslavia. È la sindrome da stress post traumatico. Su questo ci sono due pareri del Califfato: Heidrick generalmente assegna un carattere terapeutico ai riti iniziatici, basandosi sul ragionamento che quei rituali erano stati progettati da massoni durante «un’epoca storica molto travagliata.» Eppure altri membri di gradi superiori ammettono che i rituali non hanno prodotto mai alcun effetto terapeutico. Al contrario: «Potrei raccontare decine di storie di orrore che lasciavano negli iniziati ricordi terribili cui solo una terapia poteva poi porre rimedio.» [7] Nel 2008 il Califfato accettò almeno di istruire sacerdoti e sacerdotesse della Messa Gnostica crowleyana ai principi delle «categorie diagnostiche psichiatriche, e agli approcci base per la valutazione della malattia mentale e dei problemi legati alle tossicodipendenze». Erano previsti «strumenti per far fronte ad una situazione di crisi, per il supporto psicologico, la risoluzione dei conflitti, e per le questioni legate alla sessualità.» Per raggiungere questo obiettivo la Psychology Guild dell’Ordo Templi Orientis creò i cosiddetti Pastoral Counseling Workshops [Seminari Pastorali di Assistenza]. [8] Naturalmente, in caso di emergenza, la polizia poteva comunque essere chiamata rapidamente. Tra i riti iniziatici dell’O.T.O. ce n’è uno dove occorre bere del sangue, come presumibilmente avveniva in un certo rituale massonico di alto grado almeno fino al 1932. A voler dare credito al massone Karl R.H. Frick, l’iniziato candidato al XI°, [9] l’Altamente Illuminato Fratello Prescelto dell’Ordinamento della Grande Loggia Nazionale dei Massoni di Germania, doveva effettivamente bere da una boccetta di cristallo il sangue raccolto da un’incisione praticata sui pollici dei suoi confratelli. [10] Nel rituale del III grado dell’O.T.O. l’iniziato beve da un calice un poco di sangue mescolato a del laudano. Nel rituale per il K.E.W., Knights of the East and West [Cavalieri d’Oriente e d’Occidente] (una grado intermedio tra il IV° ed il V°), il candidato stilla alcune gocce del suo sangue su un pezzo di stoffa. Nel VI° sul braccio del candidato è praticata un’incisione a forma di croce decussata, e il sangue fuoriuscito raccolto in un calice. Nel V° il candidato deve fare un tatuaggio sul petto a forma di rosa. Per i Thelemiti ci sono riti di sangue anche al di fuori del contesto dell’O.T.O. È Crowley l’autore della Messa della Fenice. Malgrado la ripugnanza dei Thelemiti per il Cristianesimo e la loro avversione per il termine ‘Messa Nera’, considerata una mera parodia atta a spregiare la Messa Cattolica, a mio parere la Messa della Fenice manca solo per un soffio di essere anch’essa una parodia. Santo è il Tuo nome e senza macchia! È venuto il Tuo regno; è fatta la Tua volontà. Ecco il Pane; ecco il Sangue. Portami attraverso la mezzanotte fino al Sole! Salvami dal Male e dal Bene! Che la Tua corona tra le Dieci Sia qui e subito la mia. AMEN.» Dopodiché con un coltello rituale si incide il segnàcolo magico sul proprio petto, e, per far assorbire il sangue, si preme su di esso il ‘Pane di Luce’ fatto secondo la ricetta della magia sessuale, e quindi lo si ingerisce. Mentre mi infiammo con la preghiera: ‘Non v’è grazia: non v’è colpa: Questa è la Legge: FAI CIÒ CHE VUOI!’» [11] |
Altro sangue e altro sperma scorrono in ulteriori rituali di Crowley, rituali che hanno anche poco o nulla a che fare con l’O.T.O. Come nel "Liber Stellæ Rubeæ sub figurâ LXVI". [12]
E poi i feticci visivamente associati al sesso attirano l’attenzione. Come negare che l’ectoplasma, quella sostanza di natura sconosciuta che trasuda dagli orifizi del corpo, così come spesso è raffigurato in vecche foto, non sembri sperma? Anche le reliquie del corpo e degli oggetti occupano un posto di primo piano. Le reliquie del corpo sono quelle estratte direttamente dal corpo del santo, quelle degli oggetti sono rappresentate dagli indumenti o dagli oggetti che sono stati in contatto con il corpo di un santo. Così una volta a qualcuno è venuta persino l’idea di saccheggiare la tomba di Theodor Reuss, il fondatore dell’O.T.O., al fine di impossessarsi del suo cranio, di certo una potente reliquia magica. [13] In Svizzera, nel museo dell’O.T.O. elvetico, si possono ammirare sotto vetro l’orsacchiotto di Hermann Joseph Metzger, le scarpe che indossava, i piatti che usava da bambino, il fez e la bacchetta magica da lui usate al tempo che fu, quando si esibiva come mago sui palcoscenici. Foto a destra: Friedrich Mellinger: “Zeichen und Wunder”, Berlino 1933, foto di p. 46. |
Un diverso tipo di elevazione a feticcio ha luogo dove il cosiddetto Satanismo e Crowley sono proiettati in un caotico guazzabuglio fatto di profanazioni di cimiteri, delitti rituali, heavy metal e black metal. Presso il
grande pubblico questo tipo di feticizzazione è particolarmente apprezzata, in questi feticci ci sguazzano un po’ tutti: i sedicenti esperti, i giornalisti, e tutto
il loro pubblico per lo più male informato. È molto popolare gingillarsi con fantasie di rituali per lo più violenti e soprattutto a base di sangue-e-morte. Naturalmente la prospettiva di un scandalo mediatico conseguente diventa un
feticcio in sé per tutti i soggetti coinvolti.
Tocchiamo qui il terzo tema: la costruzione di una identità mediante la stigmatizzazione. Per il momento, però, molto brevemente, un’altra riflessione. Schizofrenia auto-indotta.... ‘Sound and Vision in Trance’, uno stato di esaltazione fantasmagorica, di questo si tratta, anche se non mi piace accostare questa mia formula alle opinioni dell’ideologa nazista Mathilde Ludendorff sugli occultisti, che nel 1933 era certa di aver fiutato proprio nell’O.T.O. quell’odoraccio di “Follia indotta da insegnamenti occulti” [Titolo originale tedesco: “Induziertes Irresein durch Occultlehren”. N.d.T.]. [14]A grandi linee: molti occultisti, in particolare i crowleyani, tentano di creare o entrare in contatto con realtà nuove o alternative. Con la schizofrenia auto-indotta, l’intento dell’occultista è invero un’auto-prescrizione della descrizione dei sintomi. Similia similibus curentur (lat.: si curino i simili con i simili). Egli si sforza di provocare volontariamente i sintomi della schizofrenia classica, con la speranza che di conseguenza egli si trasformi in un homo superior. Le parole chiave: sintomi simili a quelli della psicosi affettiva, depressione endogena, malattie organiche del cervello o psicosi associata all’epilessia del lobo frontale. Non sono principalmente i disordini primari interni della schizofrenia classica (ad esempio la disfunzione nei processi mentali, la debolezza dell’Io, il dilagare nella coscienza di processi elementari, e così via), bensì i processi che influenzano lo schema di relazioni in conformità con lo scopo dell’occultista, poiché tutto dovrebbe avvenire «sotto la Volontà.» Gli occultisti vogliono ricevere visioni e sentire le voci. Sembrano poter accettare di buon grado tutto, dalle droghe allo yoga, o qualsiasi altro mezzo atto ad alterare o espandere la mente. [15] Essi sviluppano un disperato bisogno di udire le voci e ricevere visioni. Partiamo dai modelli di relazioni sui quali si fonda l’esistenza di uno schizofrenico auto-indotto, ad esempio la cabala, la fissazione che tutto è collegato a tutto, che tutto è uno. Gli schizofrenici auto-indotti hanno bisogno di vivere in un mondo in cui la sequenza di eventi si svolge in modo da rendere comprensibile la loro particolare condotta comunicativa, consentendo loro di trovare dei partners nella comunicazione. Dopotutto la schizofrenia auto-indotta ha lo scopo di dare senso all’esistenza. Altresì gli schizofrenici auto-indotti vogliono condividere le loro esperienze quotidiane, e, tra queste, potrebbe esserci la concezione della rispondenza cabalistica del legame stante tra una forma di vita aliena e un pomodoro (perché presumibilmente il termine ‘alieno’ ha lo stesso valore numerico cabalistico della parola ‘pomodoro’). Ovviamente questo porta ad un blackout comunicativo con coloro che non sono partecipi di questi modelli, ad esempio i non occultisti. Eppure il desiderio di essere in qualche modo collegati al resto del mondo, ed esserne da esso ben notati, rimane. Segue un processo di risocializzazione con la scelta di costruirsi un’identità basata sulla stigmatizzazione. |
Risocializzazione. Un’identità tramite lo stigma.Vorrei qui parlare del ruolo che la società assegna agli occultisti: per gli accademici sono Satanisti, outsiders, fuorilegge, lunatici, cavie da laboratorio, per esperti e giornalisti sono personaggi pericolosi e in generale un’oscura minaccia per la gente. Ogni occultista è più o meno a conoscenza di tali assegnazioni e quindi, più o meno consapevolmente, o si identifica con esse, o si ribella contro queste assegnazioni di ruolo. Eppure rimane incapace di staccarsi da esse, come Crowley e Thelema non riescono a scrollarsi di dosso il Cristianesimo.Non appena i ruoli devono essere accettati e l’istituzionalizzazione e la formalizzazione cominciano a co-stabilire l’esperienza, nella vita degli occultisti si intensifica la tendenza all’isolamento. I rituali consolidano il senso di alienazione, che si inizia a imporre. Questo processo di congelamento va di pari passo con l’adeguamento richiesto dalla società, o, addirittura, si trasforma in un sostituto per l’adattamento. Conseguentemente un effetto eco dilaga su occultisti e società, e loro ed i loro critici iniziano a impuntarsi nelle rispettive convinzioni. Più occultisti si immagina ci siano in giro, più gli esperti e i giornalisti considerano la propria identità convalidata, e viceversa. Nel tonfano delle credenze che si occupano di cospirazioni visionarie, la realtà fattuale si restringe e si dissolve in un mulinello di informazioni manipolate, scritte sull’acqua, ma scambiate per terreno solido da tutti quelli coinvolti. A causa della progressiva rigidità delle posizioni e della mancanza di buon senso, le parti in conflitto appaiono come blocchi congelati. I rituali dell’O.T.O. sembrano ridicoli e vacui, gli esperti e i giornalisti dei fanatici e degli ostinati (a meno che non siano essi stessi occultisti nel segreto dei loro stanzini, impegnati a infiorare la propria religione o ordine occulto per il grande pubblico e per il mondo accademico). Nel 1994 Claudia Kowalchyk intraprese una ricerca durata un anno sulla loggia dell’O.T.O. di New York, successivamente pubblicata come “A study of two ‘deviant’ religious groups: The Assemblies of God and the Ordo Templi Orientis” [“Uno studio su due gruppi religiosi ‘devianti’: Le Assemblee di Dio e l’Ordo Templi Orientis”]. Annotazione: il suo studio analizza solo il Califfato di New York. Il succo della ricerca è che i membri sono per lo più bianchi, istruiti, allevati nella religione cattolica, senza figli, 36 anni la media della loro età. La loro permanenza nell’O.T.O. dura mediamente solo sei anni e mezzo, e tra loro ci sono significativamente più uomini che donne. Alcune donne, con problematiche relative alle conseguenze di abusi sessuali, trovano che solo nell’O.T.O. la loro situazione è capita. Molti membri che hanno patito un’infanzia infelice dichiarano di beneficiare di una sorta di terapia nel far parte dell’O.T.O. Alcuni addirittura dicono che riescono a liberarsi dalla dipendenza da droghe solo grazie all’appartenenza all’Ordine. Tale è, approssimativamente ed estremamente in sintesi, l’esito dello studio della Kowalchyk, che inoltre afferma che la visione ottimistica dei Thelemiti allevia loro la pena derivante dagli affanni esistenziali. [16] Anziché procurare una sensazione di isolamento dalla società, l’appartenenza all’O.T.O. offre una sorta di protezione all’interno dello stigma. Il non conformismo funziona come uno scudo contro lo stigma. Come nicchia interna alla società, l’O.T.O. rimane parte della società, e coloro che lo stigmatizzano vengono considerati come individui inferiori e di poco conto, siano essi le autorità, i mezzi di comunicazione di massa, o i colleghi di lavoro. [17] Secondo la ricerca della Kowalchyk, l’O.T.O. attrae soprattutto giovani con una storia familiare problematica, una storia di rapporti conflittuali, dipendenza da droghe, e che si presentano anche come dei sedicenti ribelli, pur accettando interamente le limitazioni di tutte le leggi statali e governative e di conseguenza assoggettandosi al loro funzionamento. Entrare a far parte dell’O.T.O soddisferebbe sia il desiderio di impersonare il ruolo del ribelle, sia a confermare questa sedicente identità. [18] Il pubblico interesse verso le attività dell’O.T.O. emerge dalle numerose pubblicazioni che adocchiano le affermazioni antidemocratiche e antisemite, ad esempio nell’opera di Crowley, nonché passaggi presumibilmente disturbanti per ‘la pax religiosa’. Alcune cerimonie - come la prescrizione di dover crocifiggere una rana in uno dei rituali di iniziazione nell’ambito del VI grado - potrebbero violare le leggi sulla protezione degli animali. Con i suoi riferimenti alle droghe strane ed esotiche, la ‘Bibbia’ di Crowley come minimo sfida il diritto penale in molti paesi, e il consumo dei ‘Pani di Luce’, contenenti sangue fresco, si scontra con le restrizioni atte a impedire la diffusione di malattie infettive. Peggio ancora, alcuni testi che caldeggiano la libertà sessuale totale, ed un’analoga condotta per l’educazione sessuale per i bambini, [19] danno la stura a fantasie su atti sessuali che sono fuorilegge nella maggior parte dei sistemi giudiziari. La Kowalchyk sostiene inoltre che Thelema funziona in parte come terapia efficace per una serie di problematiche. Ai membri provenienti da situazioni familiari difficili viene offerta un’immediata carica di vitalità, come pure un’identità all’interno di una comunità di prescelti che hanno idee in comune. Lì essi ricevono la conferma di un fatto di cui in qualche modo erano già a conoscenza fin dalla prima infanzia, vale a dire di appartenere a qualcosa di meglio, di speciale, di superiore e di fuori dal comune. Sono orgogliosi di essere membri dell’Ordine. L’autoimposto stigma del sodalizio nell’O.T.O. è custodito, gradito il ruolo dell’incompreso e dell’emarginato, curata l’immagine del bad boy. Sul posto di lavoro un adepto si limita a mordersi la lingua ogni volta che viene rimproverato dal capo. Al sicuro nel tempio si libera degli spiacevoli problemi quotidiani facendoli sparire magicamente coi rituali, o discutendone con esseri soprannaturali che in cambio gli dispensano dichiarazioni sibilline. [20] Claudia Kowalchyk, A study of two 'deviant' religious groups. The Assemblies of God and the Ordo Templi Orientis, NY 1994. Quotations: Pages 444 (table 1), 27, 55, 93, 103, 208, 209, 283, 302, 393. A mio parere Thelema attrae individui con un’immagine di sé esageratamente positiva, con un’inclinazione all’autoinganno (‘homo est deus’), ed un’aspirazione alla perfezione con una sfumatura marziale (‘solo il più forte sopravvive’). [21] [From 'Noch Mehr Materialien Zum O.T.O.'] La sfocata realtà in cui molti Thelemiti vivono (il loro distorto ambiente sociale e culturale) li spinge ad identificarsi con Crowley, un uomo cui nessuno, nemmeno con un grosso sforzo d’immaginazione, attribuirebbe una personalità coerente. L’identificazione con il fondatore di una religione nella cui ‘Bibbia’ si invoca l’assunzione di «vino e strane droghe», che trova esaltazione religiosa a ingollare sperma nei bagni turchi, si alimenta della propria privata biografia piena di problemi di ego, problemi di sesso, e problemi di droga. Similmente ad alcune altre nuove religioni qui non menzionate, il lessico della visione del mondo thelemica mira all’eliminazione del pensiero razionale e del pensiero conforme alle norme della società. Sembra quasi che questo continuo dissimulare sia il senso vero, o come dicono loro: «Il Metodo della Scienza – Il Fine della Religione.» |
L’idea di terapia nel contesto dell’O.T.O., se mai, potrebbe essere applicata in relazione ad un adeguamento alle norme della società.
I Thelemiti dell’O.T.O. parlano di famiglia, [22] di dovere, di prerogative, e della voglia di rendere il mondo un posto migliore (con quanto più sesso possibile, come mi è stato personalmente detto da un iniziato del IX°). Perché allora i Thelemiti sono così enormemente presi ad evocare demoni e alquanto morti dèi egiziani? Perché compiono cerimonie rituali che sembrano le peggiori recite scolastiche de “La famiglia Addams” messe su dai ragazzini? Tutto è incentrato su schemi pietrificati. [23] È quanto Nietzsche, un autore stimato dai Thelemiti, aveva biasimato in relazione alla cultura occidentale: il vuoto nella propria cultura è colmato da abitudini insolite, da arti, filosofie, religioni e scienze. Gli occultisti sono degli enciclopedisti erranti all’interno del loro stesso universo. Ogniqualvolta denaro e beni non contano più come capitale, conta la conoscenza delle tecniche occulte. Thelema come sistema complesso ed elitario lusinga l’intelligenza dei Thelemiti ed eleva lo status e la stima di sé, non necessariamente agli occhi della platea del mainstream che è in gran parte disinteressata, ma tra di loro, e nella più ampia comunità occultistica, che del resto non consiste di soli Thelemiti. L’occultismo moderno è un prodotto dei mass media, nonché di internet, e ogni più piccola affermazione sull’argomento è strettamente monitorata dagli stessi occultisti, come pure dai loro studiosi. Pertanto tutte queste attività recano in sé il tono di un permanente flirtare con l’idea di una pubblicazione, di un uditorio, di un’autorappresentazione. I feticisti della ricerca scientifica spesso sorvolano su questioni sessuali o questioni riguardanti l’uso di stupefacenti quando si occupano dei princìpi e dello stile di vita degli occultisti. In questo modo gli studiosi delle sette e i ricercatori, danno de facto una mano a magisti sessuali e Spermo-Gnostici nel ricacciare la sessualità nell’inconscio. Allo stesso modo l’irrazionalità viene mistificata e sottratta all’indagine, dacché i concetti irrazionali sfuggono alle sterili ricette del mondo accademico. [24] In ogni caso gli specialisti delle sette, quasi sempre autoproclamati scienziati, possono scegliere tra una più vasta gamma di ruoli offerti dalla società. Eppure anch’essi devono relegare la minaccia della sessualità nell’inconscio. Ho poi l’impressione che quest’ultimo venga infine a collimare con tutto ciò che si definisce come ‘satanico’. La delega all’inconscio, cioè la valorizzazione di idee megalomani e manie di grandezza, non solo genera una distorsione della percezione, ma può arrivare fino alla scelta di demandare la compilazione di studi sull’argomento a specialisti che sono essi stessi degli occultisti. La patata è bollente e c’è rischio di scottarsi. Questo è quello che è successo con un docente occultista, autore di un’enciclopedia sui Vescovi Gnostici. Le sue risposte alle mie domande riguardanti l’argomento si erano via trasformate da evasive a decisamente assurde, fino a che dovette finalmente ammettere che l’opera era stata redatta dai suoi studenti. E questa la risposta di un’altra persona interrogata sul fatto se avesse letto la mia opera principale : [25] «Mi dispiace ammettere che no, non ho letto il libro, ma è importante (per l’editore) che almeno lo abbia acquistato.» Questo dopo che la detta persona aveva pubblicato una lunga recensione esattamente su quel libro. Così sembra del tutto normale che recensioni o prefazioni siano scritte come favori, mentre in privato il recensore ammette che non era interessato al tema, o nega l’evidenza. Conosco uno accademico piuttosto famoso che ha noleggiato la sua nomea in cambio di una grossa somma affinché, con la sua prefazione, il libro, una normale pubblicazione contemporanea, ne guadagnasse in autorevolezza. Il gioco di ruolo.A questo punto vorrei illustrare i ruoli dei soggetti coinvolti. Partiamo dal primo lavoro di Leo Navratil sulla schizofrenia e l’arte (Alfred Bader e Leo Navratil: "Zwischen Wahn und Wirklichkeit", Verlag Bucher, Luzern e Frankfurt 1976). In alcuni punti ci descrive pazienti che vivono all’interno di un sistema alterato di percezione religiosa e di autoreferenzialità. Ma ci dice che questo ha poco a che fare con l’anamnesi o la valutazione del caso psichiatrico: infatti la forma religiosa è solo una possibile espressione del disturbo, ma non la malattia stessa.Nell’occuparsi di vittime di abusi rituali non bisogna fare l’errore di scambiare la manifestazione della malattia (che di fatto è solo il contrappeso destinato a ripristinare l’ordine nel miglior modo possibile), con la malattia stessa. Proprio come un disegno fatto da uno schizofrenico non è la sua malattia. Cerchiamo di fare un esempio: durante un accesso, uno schizofrenico fa un disegno in cui ricopia un’immagine di Brigitte Bardot presa da una rivista. È di nessunissima importanza quel che l’osservatore pensa della Bardot: lei non è né la causa della schizofrenia, né il suo innesco, né il disturbo schizofrenico stesso. Ma è proprio questo confondere l’uno con l’altro l’errore cui sembrano soccombere alcuni esperti e giornalisti. Non riconoscono che un disturbo psicologico si manifesta attraverso vari modi di espressione. Piuttosto prendono l’espressione così com’è, e la trasformano nella causa del disturbo, che potrebbe essere la conseguenza di un trauma. L’espressione non ci indica quale tipo di trauma c’è dietro. E non ci dice nemmeno che la causa del trauma sono i Satanisti. È compito degli esperti esibire i fatti riguardanti Brigitte Bardot o l’O.T.O., ed è il lavoro dei giornalisti riferirne senza pregiudizi. È responsabilità delle forze dell’ordine e della magistratura indagare sui reati. Qualora vi fossero indicazioni in tal senso. |
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