Marco Pasi: Aleister Crowley e la tentazione della politica

Marco Pasi
Aleister Crowley e la tentazione della politica

FrancoAngeli, Milan 1999.
With a foreword by Giorgio Galli.

It is important to bear in mind that the passages below are not taken from the Italian version of the book. It is actually the revised version (with corrections and additions) specially made for the German edition. It is therefore unpublished as such in Italian.




Quanto al fatto che Hitler abbia davvero conosciuto, e preso in considerazione, la rivelazione del nuovo eone, Symonds, questa volta non a torto, definisce l’intera questione «nonsense»[180]. La Küntzel era certamente una seguace entusiasta tanto del Thelema che del nazismo. Già in una lettera a Crowley del novembre 1935 (lo stesso anno, ricordiamolo, in cui Germer era stato arrestato), essa non faceva mistero delle sue convinzioni naziste. La lettera è particolarmente interessante perché mostra la posizione delicata della Küntzel. Da una parte si sentiva tenuta a dare delle spiegazioni a Crowley sul suo credo politico, dall’altra la Gestapo aveva cominciato a interessarsi a lei per le sue convinzioni spirituali e per il suo legame con un famigerato occultista inglese. Agli agenti che la interrogavano, i quali avevano «expressed their astonishment» per il fatto che fosse al tempo stesso «such a staunch National Socialist» e legata a Crowley, essa aveva cercato di spiegare perché la filosofia del Thelema e il Terzo Reich potevano essere considerati come perfettamente compatibili. Pur essendo «firmly convinced of that Book’s [i.e., of the Book of the Law’s] immeasurable value», la Küntzel chiarì che, secondo lei, «it would be left to the coming generation to understand it fully», perché questa «will be better prepared in their minds»[181]. Ma, secondo la Küntzel, la rivoluzione mentale che porterà l’umanità alla comprensione della nuova Legge, e che segnerà un grande passo in avanti sulla strada dell’evoluzione, è stata messa in moto da Adolf Hitler, «the man chosen by Providence, because he was the Only one who possessed the qualities for this Great Work». D’altra parte, nella visione della Küntzel, Crowley era stato chiamato a svolgere un ruolo di portata non inferiore: «In the same way the Master Therion has been chosen by Providence to proclaim a Law which has for its aim the spiritual awakening of mankind, because he was the proper human instrument for Providence at the turn of the Aeon»[182].

La lettera è certamente un documento importante per comprendere in che modo la dottrina di Crowley, in un determinato contesto storico, potesse venire interpretata. Tuttavia, nonostante il fervore politico-religioso della Küntzel, non vi è traccia di alcun tentativo per far conoscere il Libro della Legge direttamente a Hitler. Inoltre, in un’altra lettera a Crowley, purtroppo senza data (ma probabilmente scritta appena prima dello scoppio delle ostilità), la Küntzel smentisce di aver mai considerato Hitler come un suo “figlio magico”[183]. Anche in questa lettera essa conferma la sua doppia fedeltà al nazismo e al Thelema, che continua a ritenere come perfetta­mente compatibili. Purtroppo il regime nazista non la pensò allo stesso modo, e considerò l’O.T.O. alla stregua di tutti gli altri gruppi occultisti, che furono, dopo varie ondate di attacchi e intimidazioni, definitivamente messi fuori legge nel 1937.

Quindi Crowley cercò di promuovere il Thelema presso i dirigenti del partito nazista e ritenne, a posteriori, di avere esercitato una certa influenza su Hitler. Chiaramente la parabola del nazismo esercitò un certo fascino sull’occultista inglese. Dobbiamo forse concludere che questo fascino si tradusse anche in una chiara adesione politica? Le cose non sono così semplici, e anzi alla domanda, se posta in questi termini, si dovrebbe rispondere di no, principalmente per due ragioni. Innanzitutto, Crowley mise in opera tentativi analoghi per far adottare il Thelema anche da altri regimi politici, il che mostra la mancanza di spessore ideologico delle sue prese di posizione in questo campo. Abbiamo già accennato al suo interesse per la Russia sovietica e per il comunismo, e vi ritorneremo nel prossimo capitolo. Ma come ha osservato Sutin, l’aspetto paradossale di questi tentativi è che non coinvolsero solamente regimi totalitari o movimenti politici radicali[184]. Crowley, proprio nello stesso periodo, cercò di promuovere il Thelema anche presso il governo di Sua Maestà britannica, facendo leva questa volta sui «principles of Liberty on which the greatness of our country has been founded»[185]. Crowley quindi, mosso dal suo spirito missionario, era in grado di fare leva, a seconda dei casi, sugli aspetti del Thelema che meglio si addicevano alla situazione. In secondo luogo, nonostante le fantasie su un suo possibile ruolo di profeta “ufficiale” della Germania nazista, già prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale Crowley riscoprì la sua vena patriottica ed espresse riserve sempre crescenti su Hitler e sul nazismo, sino ad arrivare a una condanna netta ed esplicita.

Questo è particolarmente evidente, per esempio, nella sua corrispondenza con Germer, il quale, nonostante la sua esperienza in un campo di concentramento nazista, cercò a più riprese di difendere le ragioni della Germania di fronte a quelle degli alleati, mentre la tensione internazionale cresceva e ci si avvicinava ormai a grandi passi alla guerra[186]. Crowley, come abbiamo visto nella sua enigmatica risposta al questionario sulla guerra di Spagna, era eventualmente disposto a concedere a Hitler una certà qualità “profetica”:

 

Of course, I have always considered [Hitler] a prophet in the Old Testament sense of the word, a more or less inspired madman who brings about the things that prophecies, or desires, by exciting mass-hysteria[187].

 

Seppure era presente, la forza “profetica” di Hitler era quindi pericolosamente vicina, secondo Crowley, alla follia. E infatti, alle osservazioni di Germer, Crowley obiettava che esse eludevano un punto fondamentale, e cioè «that a furious madman is upsetting the whole machine»[188]. Contrariamente a Germer, secondo il quale Hitler aveva avuto almeno il merito di mandare a gambe all’aria il trattato di Versailles, Crowley pensava che alla Germania non sarebbe venuto nulla di buono da lui: «On the contrary, […] he has destroyed all the cash and credit that remained, and has thoroughly alarmed France, England, and America»[189]. Crowley osservava quindi – e su questo non si sbagliava – che ciò avrebbe condotto l’Europa a una corsa al riarmo la cui naturale conseguenza sarebbe stata la guerra. Naturalmente il ruolo di Hitler nell’imminente catastrofe viene interpretato da Crowley anche come conseguenza diretta del passaggio epocale provocato dalla rivelazione del Thelema: per lui, «the whole thing is a function of the New Aeon»[190]. Del resto, nelle lettere a Germer è già presente anche il tema della cattiva interpretazione che Hitler avrebbe dato del messaggio thelemico, cui probabilmente aveva alluso Germer in una sua lettera precedente:

 

H[itler] is making slaves to rule slaves. There is no room for any star in his system. His cosmos is based on the false unity of the “State” which is like Daath, not on the Tree at all. He denies individual supremacy of Godhead, and he and his will crash[191].

 

Qui, i riferimenti di Crowley alla filosofia del Thelema sono abbastanza trasparenti. La prima frase rimanda al verso II, 58 del Libro della Legge, in cui i thelemiti vengono identificati con dei re che esercitano il loro potere su coloro che preferiscono rimanere schiavi[192]. Secondo Crowley, il nazismo livella tutti al ruolo di schiavi, e anche coloro che hanno posizioni di comando sono soggetti a questa condizione, probabilmente perché inseriti in una piramide che ha al suo vertice un uomo solo. Inoltre, l’individualismo implicito del Thelema, rappresentato dal verso «Every man and every woman is a star» del Libro della Legge[193], sembra incompatibile, agli occhi di Crowley, con il collettivismo statalista e totalitario del nazismo.

Di questa sua crescente insofferenza nei confronti del nazismo e di Hitler fece le spese ovviamente il rapporto con la Küntzel. In una delle sue ultime lettere, del 10 maggio 1939, Crowley reagì probabilmente a qualche osservazione antisemita della sua discepola tedesca dicendo di trovare «unintelligible» i suoi «ravings against the Jews». Il seguito dovette scioccare parecchio la Küntzel, come era certamente nelle intenzioni di Crowley:

 

Almost the whole of life in Germany above brutality, stupidity and cruelty, servility and bloodthirst, was Jewish. Germans are as far below Jews, generally speaking, as monkeys below men; but I have always been fond of monkeys and I do not want to offend them by comparing any German to one. These remarks, stated in comparatively direct language, are intended to express the general feeling of people outside Germany. There will be no second Versailles – there will be Armageddon. The Hun must be wiped out. The Hun will be wiped out[194].

 

Non sappiamo se la Küntzel rispose mai a questa lettera. Symonds cita un’altra lettera di Crowley, probabilmente l’ultima, in cui scriveva alla Küntzel che l’Inghilterra «would “knock Hitler for a six”»[195].

L’avversione nei confronti del nazismo che Crowley manifestò verso la fine degli anni trenta, per quanto ambigua, sembra essere il sintomo di un crescente scetticismo nei confronti dei sistemi politici esistenti. Le sue avances nei loro confronti erano andate a vuoto, la guerra si avvicinava e portava con sé molte incertezze sul futuro. In fondo, né i regimi totalitari né la democrazia sembravano essere i sistemi politici adatti per la diffusione del Thelema. In una prefazione per un’edizione del Liber Legis pubblicata nel 1938, Crow­ley scrisse che «il feroce fascismo [e] il ciarliero comunismo, entrambi delle im­posture, saltellano follemente in giro per il mondo»[196]. Ma non era più tenero nei confronti della «vacillante» democrazia, dato che li includeva tutti insieme tra le «nascite abortive del Figlio, il Nuovo Eone di Horus»[197].

Quando poi arrivò la guerra, la sua scelta di campo questa volta fu netta. La le­zione della Prima guerra mondiale gli era bastata. Abbiamo visto cosa scrisse alla Küntzel. Ma non si fermò lì. Pubblicò anche versi dedicati a Churchill per propiziare la vittoria degli alleati[198] e cominciò a tempestare i servizi inglesi di intelligence di domande di impiego e di offerte di collaborazione[199]. Si mise inoltre a disposizione per interrogare Rudolf Hess quando quest’ultimo fu cat­turato in Scozia nel 1941 dopo il suo famoso “volo”[200].

A posteriori, Crowley osservò che la rovina di Hitler era dipesa dal fatto che non fosse un vero iniziato:

 

Se Hitler fosse stato un personaggio meno eccessivo, probabilmente non ne sarebbe venuto nessun “danno”, o perlomeno un “danno” di tipo molto diverso. [...] Non si era sottoposto al regime correttivo del Curriculum dell’A.·. A.·. e, peggio ancora, era molto distante dall’essere un iniziato completo, anche nel senso più vago della parola[201].

 

Per lui, e non possiamo stupircene, era dunque sul piano astrale che Hitler aveva perso la sua battaglia.

 



[180]. Cfr. J. Symonds, The King of the Shadow Realm, cit., p. 411. L. Sutin è in sostanza d’accordo con lui, cfr. op. cit., pp. 375-377.

[181]. Lett. di Martha Küntzel a Crowley, 19 nov. 1935, copia dattiloscritta (Y.C., mss. I, EE2).

[182]Ibid.

    [183]. La lettera è stata trascritta da Yorke nella sua copia del libro di Rauschning, cit. Il testo era già stato citato da Francis King nella sua biografia di Crowley, The Magical World of Aleister Crowley, cit., p. 162. Cfr. anche L. Sutin, op. cit., pp. 375-376. Ricordiamo che la Küntzel morì nel 1941.

[184]. Cfr. L. Sutin, op. cit., p. 380. Sutin osserva acutamente che questa attività di promozione diretta a tutti i tipi di regimi e di forze politiche «casts retrospective light on his World War One activities as well: Crowley was perfectly capable of playing two political hands at once» (ibid.).

[185]. Y.C., mss. II, 94 (18), p. 3. Il testo dattiloscritto, senza titolo, riporta un’annotazione di pugno di Crowley in cui si dice che fu scritto nell’ottobre 1936 e spedito a un funzionario del governo britannico il 27 gennaio 1937. Il passo è citato anche da Sutin, cfr. ibid. Secondo Sutin il funzionario in questione era Alfred Duff Cooper, allora segretario del Ministero della Guerra britannico.

[186]. Cfr. per esempio le tre importanti lettere di Germer a Crowley del 10 feb., 13 mar. e 16 mar. 1938 (nn. 405, 406 e 407 della copia dattiloscritta della corrispondenza Crowley-Germer, O.A.).

[187]. Lett. di Crowley a Germer, 5 ott. 1938 (copia dattiloscritta, O.A.).

[188]. Lett. di Crowley a Germer, 14 mar. 1938 (ibid.).

[189]. Lett. di Crowley a Germer, 27 ott. 1938 (ibid.).

[190]Ibid.

[191]. Lett. di Crowley a Germer, 15 ott. 1938 (ibid.).

[192]. «Therefore the kings of the earth shall be Kings for ever: the slaves shall serve». Crowley chiarisce ulteriormente il suo punto di vista in un’altra lettera a Germer già citata (cfr. supra, p. 000, n. 169), in cui sostiene che, se Hitler ha veramente modellato il Terzo Reich sui principi del Thelema, come vuole la Küntzel, «he has not understood the rights of the individual, and so made a tyranny in a servile state, which is the opposite of the free alliance of kings – which a true democracy would be».

[193]The Book of the Law, I, 3. Questo è uno dei tre principi fondamentali del Thelema. Sulla questione, cfr. M. Pasi, “Aleister Crowley”, in: W.J. Hanegraaff et al. (a cura di), Dictionary of Gnosis and Western Esotericism, cit., p. 286.

[194]. Lett. di Crowley a M. Küntzel, 10 mag. 1939 (Y.C., mss. I, EE2).

[195]. Cfr. J. Symonds, The King of the Shadow Realm, cit., p. 512. Secondo Symonds, la lettera fu scritta ap­pena prima lo scoppio della guerra.

[196]. [Aleister Crowley], The Book of the Law, OTO, London 1938, p. 31.

[197]Ibid.

[198]. Facciamo riferimento a Thumbs up!, libretto che fu stampato privatamente a Londra nel 1941. In esso era contenuta la poesia England, stand fast!, che era dedicata «To Winston Spencer Churchill, for my people». Il libretto conteneva anche una sorta di ammonimento a «Adolf Schicklgruber», cioè Hitler, sotto forma di una lista di persone, perlopiù decedute, che avevano pagato a caro prezzo il loro presunto comportamento ostile nei confronti di Crowley. L’operazione assume quasi il carattere di una “maledizione” pubblica di Hitler, che rientra nel contesto più vasto della lotta “occulta” contro il nazismo, di cui fu protagonista anche la famosa collega occultista di Crowley, Dion Fortune. Cfr. Dion Fortune, The Magical Battle of Britain, Golden Gates, Bradford on Avon 1993.

[199]. Il dossier EE2 della Y.C., mss. I, contiene diversi documenti di questo tipo, tra cui una lettera, datata settembre 1939, probabilmente la prima, in cui Crowley chiede di collaborare con il Naval Intelligence Department. Il dossier contiene diverse risposte del Dipartimento, perlopiù negative, alle offerte di Crowley. Tra i documenti vi è anche il curioso abbozzo di manifesto per promuovere l’arruolamento nell’esercito ispirato ai principi del Thelema: «Do what thou wilt shall be the whole of the Law. What is your true will? Probably you do not know it yourself. But – It is sure that every one has the root-will to make the best of himself […]. Also he has the will to do this in peace and safety, without fear of disturbance from others. […] To do your own true will – join the Army!».

[200]. Cfr. infra, il par. 5 del terzo capitolo.

[201]Ibid., p. 304. Il fatto che Crowley si riferisca a Hitler impiegando il passato sembra indicare che il passo fu scritto dopo la fine della guerra.





© Marco Pasi, 2006

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